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Cod Art 0432 | Rev 00 | Data 13 Lug 2011 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

IL PRIMO DETTAGLIATO CASO DI ATTACCO DI UNO SQUALO TAGLIATORE Isistius brasiliensis

Isistius brasiliensis
Isistius brasiliensis. Fonte immagine: Sharkdivers.

Lo squalo tagliatore Isistius brasiliensis, detto anche squalo stampo da biscotto, è un piccolo squalo appartenente alla famiglia Dalatiidae.
Vive nelle acque tropicali di tutto il mondo, dalla superficie sino a 3.700 metri di profondità. Al crepuscolo risale in superficie, attraversando la colonna d’acqua per centinaia e centinaia di metri, dal momento che le catture diurne sono tutte avvenute a profondità comprese tra 1.000 e 3.700 metri.
Lungo solo 40 – 55 cm., presenta un collare scuro attorno alle fessure branchiali e dei fotofori sul ventre che emettono luce. Si ritiene che il collare e i fotofori luminosi possano ingannare le sue prede, soprattutto quelle di grandi dimensioni, essendo percepito probabilmente come un piccolo pesce. Infatti il bagliore dei fotofori 'nasconde' i 2/3 del corpo di I. brasiliensis (con l'esclusione della testa), permettendo ad esso di avvicinarsi a prede ben più grandi, attaccarle e strappagli una porzione di tessuto.
Si chiama anche "squalo stampo da biscotto" perchè lascia profonde lesioni perfettamente circolari; le grandi prede si lasciano avvicinare perchè confuso, come detto, con la silhouette di un piccolo pesce, ivi si attacca alla preda con le sue labbra a ventosa e poi, con la faringe specializzata e grazie ai suoi sviluppatissimi denti inferiori, attraverso un meccanismo di suzione-torsione, stacca una porzione circolare di tessuto.

Lo squalo tagliatore venne descritto per la prima volta, col nome di Scymnus brasiliensis, dai naturalisti francesi Jean René Constant Quoy e Joseph Paul Gaimard; l'esemplare tipo venne catturato al largo delle coste del Brasile (da cui il nome scientifico) nel corso del viaggio esplorativo della corvetta Uranie (1817 - 1820).
Nel 1824 le testimonianze di Quoy e Gaimard vennero pubblicate da Louis de Freycinet in Voyage autour du monde...sur les corvettes de S.M. l'Uranie et la Physicienne, un rapporto dettagliato del viaggio in 13 volumi.
Nel 1865 l'ittiologo americano Theodore Nicholas Gill coniò il nuovo genere Isistius appositamente per questa specie, dal nome di Iside, la dea egiziana della luce (fonte Wikipedia).

Una delle prime testimonianze delle cicatrici lasciate dallo squalo tagliatore sul corpo di vari animali si riscontra in un'antica leggenda samoana, che racconta di come atu (il tonnetto striato), facendo ingresso nella Baia di Palauli, avesse voluto lasciarsi dietro pezzi di carne come sacrificio a Tautunu, il capo della comunità.
Nel corso degli ultimi secoli vennero fatte svariate ipotesi per spiegare l'autore di queste cicatrici e gli studiosi tirarono in ballo lamprede, batteri e invertebrati parassiti. Nel 1971 Everet Jones, dell'Ufficio della Pesca Commerciale degli Stati Uniti (un predecessore del Servizio Nazionale della Pesca Marina), scoprì che il responsabile delle ferite era quello che in quel periodo era noto come squalo sigaro.
L'esperto di squali Stewart Springer  iniziò allora a indicare la specie col nome di "squalo stampo da biscotti" (sebbene in origine si riferisse ad essa come al "demone mordi-balene").  Tra gli altri nomi attribuiti a questa specie ricordiamo squalo luminoso, squalo tagliatore denti piccoli e squalo tagliatore liscio (fonte Wikipedia).

Un recente articolo apparso su Pacific Science, descrive dettagliatamente un caso di attacco, il primo, ad un essere umano.
Il 16 marzo 2009, Mike Spalding stava attraversando a nuoto l’ Alenuihaha Channel, da Big Island verso Maui, nelle Hawaii.
Dopo poco tempo, in acque pelagiche (359 metri di profondità), la vittima affermò di aver sentito una sorta di puntura. Allora decide di salire sul kayak di supporto e, proprio in quel momento, venne attaccato di nuovo, alla gamba destra inferiore. L’attacco è deciso e termina con l’asportazione di tessuto.

Mike Spalding venne subito portato in ospedale e medicato. Dall’analisi delle ferite apparve subito evidente che si trattava proprio della specie Isistius brasiliensis; nella zona del primo morso venne evidenziata solo una ferita superficiale a forma di C, senza alcuna  asportazione di tessuto; alla gamba destra, invece, venne descritta la tipica asportazione circolare, molte volte osservata sul corpo di cetacei e di grandi pesci. Inoltre, la vittima, testimoniò di aver visto un calamaro luminescente poco prima degli attacchi; la luce dei fotofori dello squalo tagliatore venne chiaramente confusa con quella dei comuni calamari.

Ferite Isistius brasiliensis
Sopra, a sinistra, la caratteristica cicatrice a forma di C (C-shaped); in questo caso l'attacco è fallito. A destra, la ferita circolare alla gamba destra di Mike Spalding. Fonte immagini: Honebrink, R., R. Buch, P. Galpin and G. H. Burgess - First documented attack on a live human by a cookiecutter shark (Squaliformes, Dalatiidae: Isistius sp.). Pacific Science. In stampa.

Gli attacchi all'uomo documentati, da parte di questa specie, sono rari. Due casi ufficiali riguardano attacchi avvenuti post mortem.

La strategia di attacco di questa specie, la modalità di suzione, i denti specializzati e la presenza dei fotofori ventrali, affascina molto gli studiosi di squali, soprattutto coloro che si occupano della loro evoluzione, come John O'Sullivan del Monterey Bay Aquarium in California, che da tempo si dedica a questa specie.
Maggiori informazioni saranno disponibili non appena verrà pubblicato il prossimo volume di Pacific Science.

BIBLIOGRAFIA